giovedì 7 febbraio 2013

La vicina grillina



Nella mia via, non esistono persone normali.
Abbiamo il gattaro che passa le giornate a seguire tutti i randagi della zona (non li sfama, non gli dà da bere, non li accarezza, li segue e basta), il texano pazzo con pick-up, giacca nera con le frange, cappello da cowboy e vecchio come Noè, i ragazzini diversamente eleganti (vedi storia inaugurale del blog) e via discorrendo. Non ci manca nulla.
Uno dei peggiori soggetti è una vicina di casa, che infesta un antro un paio di piani sotto di me. Per anni, questa signora se ne è stata relativamente buona, salvo qualche sproloquio sugli “imminegri” (cit. testuale) che le rubavano le cose (sorpresa, era il figlio), qualche altro sproloquio su Berlusconi salvatore del mondo conosciuto e il marito –unico elemento sano in quella casa- che un bel giorno è uscito a comprare le sigarette, è tornato a casa, l’ha mandata a farsi benedire e mai nessuno l’ha più visto.
Questa amabile signora vicina alla cinquantina, sana di mente e di buona famiglia –cosa che le leva ogni scusa- è entrata nelle mia vita un paio d’anni fa, all’alba dell’era di Apple. Un bel giorno, suona alla porta e chiede “del giovane che studia le cose lì, dei computer”. Per esclusione, devo essere io. La signora era entrata nell’era digitale e, a tempo zero, aveva tutta scodinzolante cliccato su ogni link con su scritto “Tu avere vinto Ipad! Ritira clicca qui ora tuo Ipad”, trasformando il pc in una sorta di enciclopedia britannica del virus malefico. Dopo due ore di inutili tentativi di rianimare la povera vittima, propongo di formattare il tutto e morta lì.
«Ha cliccato su un premio-truffa, signora. C’è da cancellare tutto.»
«Eh, ma non si può mica.»
«Guardi, altre soluzioni non ne vedo. Non sono un tecnico.»
La signora è irremovibile, non si cancella. Dopo mezz’ora, scopro il perché e le ginocchia cedono.
«Ho paura che poi perdo tutto.»
«Tutto cosa?»
«Ho vinto, l’Ipad, lì, quello colla mela.»
Cerco di spiegarle che non c’era nessun Ipad in regalo, che era una fregatura, ma vengo scacciato: sono invidioso perché non ho mai vinto niente e magari cerco pure di tenermelo io, l’Ipad. Rivedo quel PC due giorni dopo, nel cassonetto. Mi sa che l’Ipad non arriverà.
La dama non si vuol dare per vinta: PC nuovo, antivirus controvoglia e via, sulla rete. La sua mente si apre a nuovi orizzonti: il mondo è governato da mostri che creano i terremoti e usano le scie degli aerei per controllarle la mente. Arriva il primo sermone in ascensore (io, pirla, potevo salire da solo e l’ho pure aspettata, mannaggia a me): mi vede scettico, sa che mi sono appena laureato e «ma cosa ne parlo con voi, vittime dell’indottrinamento accademico, che non vi informate da chi le cose quelle lì che ti dico le sa davvero!» (cit. testuale, divento misantropo in quel preciso istante).


La rete è una forma di sapere inestimabile, pare. I telegiornali sono falsati, i giornali non li legge ma sa che lo sono, a parte “Chi”, cui è abbonata. Tra le perle con le quali ci delizia c’è un repertorio di teorie del complotto meravigliose, che nella mia testa appaiono in Comic Sans.


-          Se mangi alcalino non ti viene il cancro.
-          Se ti viene lo stesso, basta il pensiero positivo a farlo passare, o al più il bicarbonato.
-          I negri li han portati i comunisti ebrei in Europa per poter far sposare i ricchioni. No, non c’è un passo intermedio.
-          I comunisti ebrei comandano tutto e stanno abbattendo la popolazione mondiale perché ognuno c’ha un hobby e il loro è la cattiveria. Il fatto che la popolazione mondiale sia salita da sei a sette miliardi dipende dal fatto che non san fare il loro lavoro.
-          Nei vaccini ci mettono i chip per il controllo mentale. Le scie devono aver fatto sega.
-          La luna è un’astronave, dietro ci stanno le navi madre con le navette piccole.
Un pomeriggio inizia un discorso di elogio al Duce che ha fatto grande l’Italia, che non ci facciamo mancare nulla, perché se hai da mangiare e da bere allora anche se chiudi due giornali o deporti qualcuno va bene lo stesso. Le chiedo se avere lo stesso metro morale di un labradoodle l’aiuti a viver meglio, ma non recepisce.
Un anno fa, la svolta.
Grillo.
Grillo non è vittima dell’indottrinamento accademico, e se uno dei suoi si permette di fare il figo alla cazzo, lo sa mettere al suo posto. Per far parte dei suoi basta non andare in tv e non far nulla che a lui possa non piacere. Il metro morale del labradoodle si adatta alla perfezione. L’informazione vera è quella di Internet, perché chi studia giornalismo lo fa solo per incularti, e se si sbaglia pazienza, non son mica giornalisti! (cit. semitestuale).
Poche ore fa abbiamo salito le scale insieme perché l’ascensore era rotto. Notoriamente, scendere a buttare il pattume all’una di notte è normalissimo. Io stavo rincasando. Lei si muove lenta, con i cartoni vuoti e ingombranti in mano.
Parte l’affondo finale. Se i francesi e i crucchi vogliono i soldi dei debiti (che notoriamente si passano come quelli del Monopoli), basta stamparne altri. L’inflazione è una balla, quella tedesca è anticaglia inventata, che i libri di storia sparan solo cazzate, e comunque basta stamparli di nascosto, ma c’è da uscire dall’Euro, che l’hanno inventato per fregare l’Italia.
Siamo al primo piano.
Se Silvio ci ridà l’IMU, però, vota lui. Le faccio notare che a furia di tenere le tasse squilibrate l’hanno scorso è arrivata una mazzata evitabile, e che con Silvio sono aumentate. Poraccio, si vede che non poteva perché i comunisti gli rompevano le palle. Stavolta lo fa davvero, e le zecche voglion far sposare i froci. Le chiedo a lei che danno arrecherebbe. Balbetta qualcosa, ma cambia argomento a tempo zero.
Secondo piano.
E comunque, in Sicilia si son tagliati lo stipendio. Non ribatto nemmeno, perché mi servirebbero tre piani solo per spiegare la parola “demagogia”. Il mio avanzare dando testate alle pareti non la insospettisce. Dico che non farà differenza, e che l’ha fatto pure Chavez. Errore mio, Chavez è un eroe, ma io che ho perso tempo studiare i libricini mica ho letto i blog che ha seguito lei. Potrei colpirla, ma andrei in galera. Merda.
Terzo piano.
L’assalto finale mi disorienta. Mesi di Internet privi di firewall mentali in caps lock e Comic Sans mi aggrediscono per tutta la doppia rampa. Spuntano le parole NWO e Bilderberg occomecazzosiscrive, e comprendo che la resistenza è inutile, mi serve una via di fuga. Le chiedo se l’Ipad le è poi arrivato. L’ha preso da sola, risponde senza cogliere, ma gli abbonamenti ti inculano e c’erano 30 euro di sconto in un posto dimenticato da Dio e dagli uomini. Nota: fino a ieri lamentava il non riuscire ad arrivare a fine mese.
Quarto piano, si ferma. La porta è pure vicina alle scale. Saluto mentre si volta, «Sa, t’accompagno fino al sesto, che due cose in più saperle ti fa bene?»
Le risponde il suono, lontano, di quattro mandate.
Che diamine, i Bildercosi non mi pagano abbastanza per tutto questo, domani mi sentono.

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